giovedì 8 dicembre 2011

Due punti sul campo, trenta in ospedale

Molti, oltre che per l'incolpevole fonte di ispirazione fornita a Ligabue per “Una vita da mediano”, ricordano Lele Oriali (Como, 25 novembre 1952), indomabile mediano dell'Inter, per la ascetica prestazione nella finale mondiale di Spagna 1982, quando quel simpaticone di Uli Stielike (ok, prima o poi parliamo anche di lui) lo aveva praticamente trasformato nel suo punching-ball personale, eleggendolo a bersaglio di una quarantina di falli spalmati su tutto l'arco dei novanta minuti.
Molti altri, oltre che per le sue vittorie sul campo, ricordano invece Mauro Tassotti (Roma, 19 gennaio 1960) per la micidiale gomitata che ai Mondiali di USA 1994 riorganizzò i connotati facciali di un altro simpaticone, lo spagnolo Luis Enrique, attuale tecnico della Roma.
Pochi, però, ricordano un episodio risalente all'autunno del 1981, che vide protagonisti, in un derby di trent'anni fa, proprio Oriali e Tassotti, ciascuno nella parte che gli era più congeniale. Ma ripercorriamo insieme gli eventi di quel 25 ottobre 1981. Milan (teorico padrone di casa) e Inter si ritrovano di fronte nel derby della Madonnina. È un derby speciale, non tanto perchè è il 189° della serie, quanto perchè la stracittadina di Milano si gioca di nuovo in serie A dopo un anno di sosta dovuto alla retrocessione a tavolino in B del Milan a seguito del calcioscommesse (anche se nel frattempo c'era stato, in verità, un derby di Coppa Italia, vinto dall'Inter). I rossoneri, allenati da Gigi Radice, pur essendo appena tornati in serie A puntano ad un campionato di medioalta classifica, ma accusano già le prime difficoltà di un percorso che li ricaccerà dritti fra i cadetti. L'Inter, invece, naviga nelle zone alte e insieme a Juventus, Fiorentina e Roma può cullare sogni di scudetto.
Partita bruttina, con poche emozioni. Il Milan, privo di Franco Baresi e con "squalo" Jordan relegato in panchina, agisce di rimessa; l'Inter di Bersellini mantiene una supremazia territoriale, ma crea poche occasioni: la più pericolosa, al 35°, porta a una traversa di Beccalossi. La partita, arbitrata in modo un po' troppo tollerante dall'arbitro Barbaresco, scivola via fino al 69°, quando l'Inter azzecca il gol partita. Lancio lungo di Prohaska, saltano a vuoto Moro e Tassotti, sul lato opposto dell'area arriva Oriali che aggancia e quasi dal fondo, di esterno destro, trova un fendente diagonale angolatissimo che batte Ottorino Piotti.
Da quel momento in poi comincia la fiera del calcione. che trova il suo pezzo forte all'89°: sull'out sinistro Oriali salta di testa e trova il pallone. Alle sue spalle Tassotti, fra i più nervosi in casa rossonera, sfoga il suo malumore con un colpo di kung-fu (guardate qui il gesto atletico in tutta la sua plasticità), che regala a Oriali la stessa felice opportunità che sarà concessa 13 anni dopo a Luis Enrique: una gita dal chirurgo plastico per riordinare i lineamenti del viso. La diagnosi è "ferita lacerocontusa allo zigomo lunga cinque centimetri e profonda tre millimetri". Portato in ospedale, Oriali apprende che, per fortuna, la medicina ha fatto progressi sufficienti per ripararlo. Ci vogliono trenta punti di sutura. Record mondiale, tuttora imbattuto. E dopo averlo visto ricucito, il suo mister Bersellini, con suprema simpatia, lo prende anche un po' in giro: «Per Natale, alla Pinetina, allestiamo una recita. Vorrà dire che gli faremo fare la parte di Frankenstein». Dura, la vita del mediano.


Milano, stadio San Siro, 25 ottobre 1981
Milan-Inter 0-1
Milan: Piotti, Tassotti, Maldera; Icardi, Collovati, Battistini; Buriani, Novellino (70°Jordan), Antonelli; Moro (70°Evani), Romano. All.: Radice
Inter: Bordon, G.Baresi, Oriali; Pasinato (83°Bachlechner), Bergomi, Bini; Bagni, Prohaska, Altobelli (77°Serena); Beccalossi, Centi. All.: Bersellini
Arbitro: Barbaresco di Cormons
Rete: 69°Oriali

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