domenica 5 febbraio 2012

O l'orologio, o la vita

Stavolta l'aneddoto è meno documentato del solito: la fonte da cui proviene è valida, ma manca la data precisa, e ormai dall'accaduto sono passati più di quindici anni. Però la storia merita ugualmente di essere raccontata; d'altra parte, anche l'Iliade arriva direttamente dalla tradizione orale e non se ne è mai lamentato nessuno.
Partiamo da lontano. Partiamo da lui: Romeo Benetti (Albaredo d'Adige, 20 ottobre 1945), mediano scolpito nel granito e noto a tutti gli appassionati per la proverbiale durezza nei contrasti. Una classifica pubblicata nel 2011 sul tabloid inglese "The Sun" (che però non chiarisce la provenienza statistica degli eventuali dati) lo posiziona al quarto posto fra i giocatori più fallosi di sempre, primo degli italiani. Si tratta di una nomea in linea con il personaggio, anche se Benetti ha sempre rifiutato l'etichetta e ancora nello scorso dicembre, a una cena dello Juventus Club "John Charles" di Messina, ha dichiarato che “Si tratta in realtà di una forzatura giornalistica; ho disputato più di 600 partite senza mai essere espulso. Ripensandoci ho tratto vantaggio dalla falsa credenza diffusasi sulla mia presunta cattiveria perché gli avversari mi contrastavano con un pizzico di paura in più”.
Forse l'episodio del 10 gennaio 1971, quando fracassò il ginocchio del bolognese Liguori (se ne è parlato in una puntata di "Sfide", potete vederlo qui. Le immagini sono impressionanti) ha contribuito. Ma non siamo qua per parlare di questo.
Benetti appende gli scarpini al chiodo nel 1981, dopo una parentesi con la maglia della Roma, e con una bacheca piena di trofei e la soddisfazione di 55 presenze e 2 reti in nazionale. Tenta brevemente la carriera di allenatore, a Cava dei Tirreni e a Carrara, ma la abbandona presto, troppa tensione, troppe arrabbiature, che non fanno bene nè a lui, nè ai giocatori che allena. Si ritira dunque a vita privata.
Se dentro al campo ha maturato una meritata fama di duro, fuori dal terreno di gioco Benetti è considerato universalmente persona corretta e sensibile. Per un certo periodo, come tutti sanno, alleva canarini, anche se al riguardo lui stesso racconta: "Giocavo nella Samp, e un giorno un tifoso me ne regalò una coppia. Ero scapolo e allora occuparmi di loro diventò un modo per passare il tempo libero: partecipai anche a un concorso, che a sorpresa vinsi, la storia uscì sui giornali. Esagerazioni anche lì".
Speriamo allora che non sia esagerato anche l'aneddoto che vi proponiamo. Siamo a metà degli anni Novanta (1997?) e nell'improbabile sede di Cairo Montenotte, in provincia di Savona, si gioca una notturna di beneficenza. Ci sono tanti ex importanti del calcio nazionale, a cominciare da "Ramon" Turone, che a Cairo è di casa (ne parleremo). E c'è anche Benetti, che non abita lontano (Leivi, provincia di Genova, proprio sopra Zoagli) e che comunque è spesso presente a serate benefiche come quella.
Il Romeo nazionale quella sera ha poco tempo. Ha già stabilito che giocherà solo qualche minuto per poi ripartire subito. Forse per questo (o forse per evitare brutte sorprese), mentre le squadre si preparano in spogliatoio prima della partita, decide di non togliersi il voluminoso orologio d'oro che tiene al polso sinistro: giocherà indossandolo, tanto è una passerella, mica una partita vera.
Peccato che il regolamento lo proibisca e che l'arbitro sia un personaggio piuttosto noto a livello locale per la sua rigidità nell'applicazione delle regole. Al momento di entrare in campo, il direttore di gara nota l'orologio, e ha un sussulto di dignità arbitrale.
Il tono non ammette repliche: "Benetti, non può giocare con l'orologio. Lo tolga".
Benetti ha il pallone in mano e diventa serio. Lo fa rimbalzare due volte, fissandolo, poi lo ferma, volge gli occhi sull'arbitro e con sguardo obliquo risponde: "Sei stanco di vivere?".
Tre secondi di silenzio. Poi la dignità arbitrale abbandona lo stadio e il direttore di gara, sollevato, se la cava con eleganza. "Beh, dottor Benetti (sic), guardi che potrebbe rompersi...se proprio non vuole toglierlo, fa lo stesso, ma almeno stia attento".

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