venerdì 3 ottobre 2014

Il fertilizzante del Sant'Elia

Gary Winston Lineker (Leicester, 30 novembre 1960) ha superato in piena forma la soglia dei 50 anni, e nonostante abbia lasciato il calcio da oltre 20 anni, è ancora uno dei personaggi più popolari di tutto il Regno Unito. Oltre che il grande seguito meritato per le sue gesta sul campo (466 partite e 243 gol a livello di club più 81 e 48 con la maglia dei Tre Leoni, di cui 10 segnati ai Mondiali che lo rendono il miglior marcatore di sempre per la nazionale inglese a in Coppa del Mondo), a tenere alto il suo indice di gradimento personale lo aiutano la fama di bravo ragazzo (mai nemmeno un cartellino giallo in 567 partite, il che gli è valso il Fifa Fair Play Award), l'avvenente moglie Danielle Bux (fra l'altro da lui sposata a Ravello, in provincia di Cuneo), tanto popputa quanto distratta, al punto da  indossare abiti scollati "a propria insaputa" e la competenza e l'arguzia mostrate nel suo attuale lavoro, quello di commentatore tv. Memorabili alcune sue frasi, fra cui la celeberrima "Il calcio è uno sport che si gioca 11 contro 11 e alla fine vincono i tedeschi", e la meno conosciuta, ma altrettanto apprezzabile "Vedere Messi giocare mi fa capire quanto in realtà fossi una merda...".
La sua immagine positiva lo ha reso e lo rende testimonial ideale per la pubblicità: da ormai 25 anni è l'apprezzato volto di tutte le campagne pubblicitarie di una celebre marca di patatine (provare per credere: qui lo vediamo in uno spot degli anni '80, qui in uno degli anni '90, e qui invece nell'ultimo in ordine cronologico). L'identificazione tra uomo e prodotto è tale che le patatine Walker "salt & vinegar" sono spesso chiamate "salt & Lineker", nel linguaggio colloquiale. Insomma, un simbolo tutto british, una specie di cavaliere senza macchia e senza paura.
A quanto pare, però, anche il buon Gary ha qualche scheletro nell'armadio.
Una immagine pubblicitaria di fine anni '80: "Gary Lineker drives a FIAT"..
Oltre ad avere prestato il suo volto ad una campagna pubblicitaria della Fiat, quando era ancora il centravanti dei Leicester (e non bastò neppure lui per convincere gli inglesi a comprare la Uno o la Regata), da qualche mese tiene banco un episodio increscioso che lo vide protagonista al Mondiale 1990, durante la prima partita che gli inglesi disputarono, sul campo di Cagliari contro l'Irlanda di Jackie Charlton. Per la verità, qualcosa di strano si era notato già in diretta, visionando il filmato: dopo aver segnato il gol del momentaneo 1-0 all'8° (la gara finirà 1-1 col pareggio al 73° di Kevin Sheedy), Lineker prosegue la partita senza entrare troppo nel vivo del gioco.
Nella ripresa, ecco la stranezza: a un certo punto il bomber britannico ha uno scontro con un irlandese e resta a terra. Mentre i compagni gli si avvicinano, le telecamere lo riprendono mentre trascina buffamente il sedere sul tappeto erboso del Sant'Elia. L'analisi del labiale, se ripetuto, è rivelatrice: "I've shit myself" ("Mi sono c... addosso"). Sarà poi lo stesso Lineker, nel corso di un'intervista rilasciata alla BBC in occasione dei recenti Mondiali a fare chiarezza, e confermare quella che fino ad allora era rimasta una leggenda metropolitana. "Il fatto è che durante l'intervallo non sono stato bene. Ho comunque proseguito e a un certo punto ho tentato un'entrata su un giocatore avversario. Mi sono sforzato troppo, poi mi sono rilassato e... è accaduto. Mi è andata bene che per fortuna era piovuto, l'erba era bagnata e mi sono potuto arrangiare. Certo è stato imbarazzante (...) Ho dovuto fare come un cane che cerca di pulirsi. Pensi sia stata l'esperienza più brutta della mia vita...". Anche se quanto accaduto dopo l'ammissione è stato forse anche peggio. "Forse non avrei dovuto ammettere nulla. Mi hanno preso in giro persino sulla televisione svedese. E per quasi un mese quella è stata la prima cosa che qualunque ricerca internet mostrava su di me. Prima ancora della scheda di Wikipedia". Segno che forse l'umorismo inglese non è troppo cambiato dai tempi di Benny Hill.




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