mercoledì 6 gennaio 2016

Il vangelo secondo gli Spurs

Casey, Kirby e Curley "in alta uniforme"
Il Tottenham non è una squadra, è una fede. Almeno così pensavano Peter Casey, David Kirby e Michael Curley, tre tifosi degli spurs che, per due anni, dal 1961 al 1963, difesero la loro squadra e ne "predicarono il verbo" viaggiando da un campo all'altro vestiti da santoni, con lunghe tuniche bianche e barbe finte, sostenendo che "Spurs were angels", gli Spurs erano stati angeli.
Ma quando? E perchè?
La eccentrica reazione dei tre supertifosi ebbe origine nel settembre 1961, a cavallo fra il match di andata e quello di ritorno del primo turno di Coppa dei Campioni, che vedeva gli Spurs opposti ai polacchi del Gornik Zabrze.
A chi guarda gli annali, il doppio turno presenta una singolare disparità di risultato: 4-2 all'andata per i polacchi, 8-1 per gli inglesi al ritorno. E allora torniamo idealmente al 13 settembre, a Chorzow, dove va in scena una grande sorpresa. Il Tottenham, nelle cui fila militano alcune glorie del calcio inglese (l'attaccante Bobby Smith, il centrocampista White e soprattutto il leggendario Blanchflower, per almeno un'ora di gioco viene letteralmente annichilito dai sorprendenti polacchi. I "minatori" sono squadra di tutto rispetto e hanno almeno tre autentici campioni: i centrocampisti Musialek e Kowalski e l'attaccante Pohl. 
Il manifesto della gara di andata
Spinto dalle grida di 80.000 spettatori, il Gornik va in gol dopo una manciata di secondi con Lentner, raddoppia con Musialek e addirittura chiude il primo tempo 3-0 con la terza rete segnata da Wilkzek. A inizio ripresa, Pohl porta i polacchi sul 4-0 e sembra finita. Ma non lo è: Blanchflower incita i compagni a metterla sul piano fisico e gli Spurs obbediscono: ne fanno le spese Musialek e Kowalski, che lasciano il campo per due pestoni alle caviglie e il portiere Kotska, che si prende una gomitata da Dyson e ci rimette uno zigomo, ma resta fra i pali (anche perchè i cambi sono finiti). In quella situazione, Jones e Dyson riducono il passivo fino al 4-2 finale. A fine partita i commenti dei polacchi sono univoci: secondo il difensore Oliszlo, "Abbiamo sperimentato lo stile inglese del gioco. Tre dei nostri: Musialek, Kowalski e Kotska ne hanno fatto le spese". Pohl rincara la dose: "Gli inglesi non si sono rivelati i gentleman che siamo abituati a vedere. Siamo molto delusi loro atteggiamento".

Il Tottenham nel 1961

Janusz Mlynarski (medico del Gornik) invece traccia un bollettino medico degno di una rissa da saloon: "Dopo la partita sono andato con Musialek e Kowalski al Pronto Soccorso. Musialek ha un brutto colpo alla caviglia che ha provocato un vasto ematoma interno alla gamba destra. E' stato necessario un piccolo intervento chirurgico per rimuoverlo e la ferita è stata cucita con punti metallici. In Kowalski è stato riscontrato un versamento alla caviglia destra, con tensione della capsula articolare. Entrambe le lesioni sono risultato di calcioni affibbiati da un avversario. Non credo che Musialek possa giocare a Londra, mentre per Kowalski se la capsula non ha riportato lesioni c'è qualche speranza. Dovremo verificare dopo un esame ai raggi X. Il portiere Kotska ha uno zigomo rotto: è una ferita dolorosa ma al ritorno ci sarà".

Il Gornik del 1961

Al ritorno, però, anche Kowalski marca visita, e il Tottenham carica la partita sui giornali. In 57.000 gremiscono White Hart Lane e la partita non ha storia: privi dei loro migliori giocatori e intimiditi dal fattore campo, i polacchi cedono, come detto, per 8-1 (una sintesi della partita la trovate qui), e ancora oggi la vittoria del Tottenham è considerata una delle partite epiche nella storia del club.
Sugli spalti, fra i 57.000 "roaring spurs" ci sono anche i tre tizi vestiti da santoni, Casey, Kirby e Curley, con in mano dei cartelli "We were angels in Chorzow", per sottolineare come la condotta dei loro beniamini, a loro parere, fosse stata assolutamente impeccabile.
I tre, come detto, ci presero gusto, e cominciarono a precedere la squadra nelle sue trasferte "predicando" a piedi la religione del Tottenham per tutta l'Inghilterra, "home and away", cantando "Glory, Glory Tottenham Hotspurs" fino all'ottobre 1963, quando a seguito di forti pressioni giunte addirittura dall'Autorità Anglicana, che li accusò apertamente di blasfemia, decisero di smettere per evitare conseguenze legali. Fu così che barbe finte, tuniche e sacri inni finirono in soffitta. 

Chorzow, 20 settembre 1961, stadio "Slask"
Coppa dei Campioni, primo turno, andata

GORNIK ZABRZE-TOTTENHAM HOTSPUR 4-2
GORNIK ZABRZE (4-3-3): Kotska, Franosz, Oslizlo; Olszowka, Florenski, Kowalski (Olejnik); Wilczek, Jankowski, Musialek (Gawlik); Pohl, Lentner. All.: Dziwisz
TOTTENHAM HOTSPUR (4-3-3): Brown, Baker, Henry; Blanchflower, Norman, MacKay; Jones, White, B.Smith; Allen, Dyson. All.: Nicholson
ARBITRO: Blavier (BEL)
RETI: 1° Lentner, 20° Musialek, 40° Wilczek, 48° Pohl; 70° Jones, 73° Dyson
NOTE: Serata autunnale. Spettatori 80.000 circa. Gravi infortuni a Musialek e Kowalski che lasciano il campo. Il portiere Kotska conclude la partita nonostante un colpo al volto.


Londra, 20 settembre 1961, stadio "White Hart Lane"
Coppa dei Campioni, primo turno, ritorno

TOTTENHAM HOTSPUR-GORNIK ZABRZE 8-1
TOTTENHAM HOTSPUR (4-3-3): Brown, Baker, Henry; Norman, Blanchflower, MacKay; White, Jones, Allen; B.Smith, Dyson. All.: Nicholson
GORNIK ZABRZE (4-3-3): Kotska, Franosz, Oslizlo; Olsowka, Florenski, Gawlik; Wilczek, Jankowski, Olejnik; Pohl, Lentner. All.: Dziwisz
ARBITRO: Van Nuffel (BEL)
RETI: 8° Blanchflower (rig), 19° Jones, 26° Jones, 28°Pohl, 43° Jones, 45° Smith, 71° Smith, 79° Dyson, 85° White
NOTE: Serata autunnale. Spettatori 56.737. 

Nessun commento:

Posta un commento